Cultura e Società
Lettere ad un maestro: 200 ragazzi si cimentano con la Scrittura Generativa
Intervista a Marco Sbardella
di Tommaso Caleri | 26 05 2025
Di cosa parliamo in questo articolo?
In questa intervista a Marco Sbardella approfondiamo alcuni degli aspetti salienti del progetto Lettere a un maestro. Gli studenti e le studentesse scrivono a don Lorenzo Milani, iniziativa ideata e realizzata dal Centro Ricerche sAu con il sostegno della Fondazione CR Firenze, che ha coinvolto dieci classi delle scuole secondarie di secondo grado della Città Metropolitana di Firenze.
L’intervista parte affrontando la genesi del progetto – che si configura a tutti gli effetti come una sperimentazione di Scrittura Generativa – per poi approfondirne gli obiettivi e le modalità di realizzazione, con una particolare attenzione al ruolo che hanno avuto i docenti e, soprattutto, gli studenti. L’ultima parte dell’intervista è dedicata, infine, all’evento del 3 giugno che concluderà ufficialmente questo progetto che ha visto il Centro Ricerche sAu e circa 200 ragazzi e ragazze impegnati nel corso dell’anno scolastico 2024/2025.
Ambito di Intervento
Cultura e Società
Il Centro Ricerche sAu collabora da anni con scuole, Università, associazioni e istituzioni, lavorando sull’educazione alla cittadinanza attiva e consapevole per le giovani generazioni e sullo sviluppo delle competenze necessarie ad esercitarla.
Qual è la genesi del progetto Lettere ad un maestro?
Il progetto nasce nell’alveo del Centro Generativo “Scuole di Barbiana”, un ambiente di comunicazione e costruzione di comunità che sperimenta la Scrittura Generativa per dare voce a chi opera nell’ambito della scuola, dell’associazionismo, delle istituzioni, lavorando quotidianamente per costruire una scuola e una società più giuste e democratiche. Si tratta di una realtà attivata dal Centro Ricerche “scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa ETS già da diversi anni, cofinanziata dalla Fondazione CR Firenze e pubblicata in occasione del centenario della nascita di don Milani.
Tra le diverse tematiche promosse dal Centro Generativo, come anticipavo, è centrale la scrittura. Una scrittura che va intesa come motore per la valorizzazione e costruzione di realtà virtuose.
In questo contesto, l’anno scorso abbiamo proposto alla Fondazione CR Firenze una progettualità che mirasse a coinvolgere le scuole secondarie di secondo grado della Città Metropolitana di Firenze in un percorso di Scrittura Generativa di lettere, prendendo spunto dalle grandi lettere pubbliche – che sono delle magistrali orazioni civili in forma scritta, facilmente comprensibili da chiunque – di don Lorenzo: non soltanto Lettera ad una professoressa, ma anche Lettera ai cappellani militari e Lettera ai giudici.
Quindi, abbiamo ripreso questo format e concretizzato una proposta di progetto per il coinvolgimento delle scuole
Progetto
Lettere ad un maestro
Gli studenti e le studentesse scrivono a don Lorenzo Milani
Una sperimentazione di Scrittura Generativa, realizzata dal Centro Ricerche sAu, che ha coinvolto oltre 200 ragazzi e ragazze di 10 classi delle scuole Secondarie di Secondo Grado della Città Metropolitana di Firenze, che hanno scritto 10 lettere su tematiche relative all’educazione civica.
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superiori che prevedesse l’utilizzo dell’Ambiente Integrato Atque per favorire percorsi di ricerca e di scrittura che si inserissero nell’alveo dell’educazione civica.
Ci siamo mossi, quindi, all’inizio dell’anno scolastico 2024/2025 con una call rivolta alle scuole del territorio e alla quale hanno risposto nove classi, più un gruppo di ragazzi e ragazze dell’istituto Enriques Agnoletti di Sesto Fiorentino che ha partecipato al progetto attivando un PCTO, l’ex alternanza scuola-lavoro.
Quali erano gli obiettivi che vi siete posti con questo progetto?
È un progetto di ricerca che si configura come una sperimentazione con obiettivi molteplici. In primo luogo mira a realizzare una sperimentazione di Scrittura Generativa coinvolgendo le scuole e, in particolare, gli studenti, al fine di promuovere un’esperienza pratica e innovativa.
Il secondo obiettivo è formativo e volto a stimolare una riflessione critica sulla scrittura nell’epoca digitale, affrontando temi quali l’utilizzo delle fonti online e la capacità di riconoscere l’autorevolezza delle informazioni reperite.
L’ultimo obiettivo riguarda il problema delle intelligenze artificiali generative, come ChatGPT, riconoscendo la necessità di preparare gli studenti a confrontarsi con queste tecnologie.
Attraverso un percorso centrato sull’importanza della scrittura argomentativa e sulla corretta gestione delle fonti, il progetto intende fornire competenze fondamentali per l’esercizio di una cittadinanza consapevole, sottolineando come tali competenze siano oggi più che mai essenziali.
Come sono state selezionate le scuole che hanno partecipato al progetto?
Come già accennato, abbiamo fatto una call aperta che è stata mandata a tutti i dirigenti scolastici del territorio. A questi si sono aggiunti dei contatti diretti con docenti e dirigenti che sapevamo avrebbero apprezzato, perché sensibili a certe tematiche, a certi modi di lavorare, e altri ancora con i quali avevamo già stabilito un rapporto diretto.
La nostra attenzione si è focalizzata sulle scuole superiori perché il tema della Scrittura Generativa riguarda naturalmente ogni ordine e grado, ma con un diverso livello di complessità che sia proporzionato all’età dei ragazzi.
Per dare uniformità al progetto abbiamo quindi deciso di limitare la partecipazione alle scuole Secondarie di II Grado.
Don Milani 4.0
Guardare don Lorenzo con gli occhi dell’innovazione
L’Articolo esplora il progetto educativo realizzato dalla scuola secondaria di primo grado “Mattarella” di Modena, ispirato al lascito di don Lorenzo Milani. Attraverso attività collaborative e percorsi didattici innovativi, il progetto ha posto al centro il valore della parola, della partecipazione e dell’inclusione, evidenziando l’importanza della riflessione critica e del confronto attivo con la realtà contemporanea.
Quali sono stati i risultati del progetto Lettere ad un maestro? Come avete lavorato per poterli concretizzare?
Esattamente come per gli obiettivi, credo che i risultati siano stati molteplici e che vadano analizzati su più livelli.
La cosa più tangibile sono proprio le lettere che le classi hanno realizzato portando a termine un percorso che, peraltro, ha previsto una parte di formazione per i docenti referenti.
Faccio un passo indietro: ogni classe ha uno o due docenti referenti che ci hanno accompagnato nel lavoro coi ragazzi e che hanno potuto accedere ad una formazione specifica sui diversi argomenti presi in esame. Nella prima parte del progetto, infatti, si è fatto proprio questo: formazione sulle tematiche che sono state individuate per ciascuna lettera. Questo perché ogni classe ha lavorato su una tematica differente, possibilmente inerente a progettualità già in corso o previste per quella stessa classe. È questo un aspetto fondamentale per evitare il rischio progettificio, grande problema delle scuole di oggi, vale a dire la realizzazione di numerosi progetti sconnessi tra loro.
Abbiamo cercato, per questo, di agganciare le tematiche sulle quali avrebbero lavorato i ragazzi per le lettere, a un loro percorso pregresso o in corso. Una classe, per fare un esempio, ha lavorato sui vantaggi del verde urbano, dal momento che era già prevista l’attivazione di un PCTO con Italia Nostra proprio su questo argomento. Ci siamo quindi impegnati a creare una sinergia in questo senso.
La prima fase del progetto ha previsto quindi momenti di formazione dei docenti assegnati a personalità di altissimo
Dossier
L’Educazione per una Società in Salute
Sfide e opportunità per la Democrazia
“Lettere ad un maestro” è un progetto che si fa promotore dei principi democratici di una scuola in Salute. Il Centro Ricerche sAu ha realizzato un dossier con il pedagogista Gert Biesta proprio sul binomio scuola-democrazia.
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livello: Irene Stolzi, direttrice del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Firenze, Don Andrea Bigalli, presidente della Commissione Diocesana per Barbiana e referente per la Toscana di Libera, Armando Sarti, medico con grandissime competenze in tema di alimentazione e cultura alimentare, Alessandra Anichini, prima ricercatrice INDIRE, giusto per dirne alcuni.
Abbiamo fatto, cioè, in modo che la formazione fosse fatta sulla base delle tematiche che stavano iniziando a emergere proprio dalle lettere che contestualmente stavamo ideando con i docenti referenti e alle quali i ragazzi avrebbero lavorato, così da creare non un pacchetto preconfezionato, ma qualcosa che fosse il più possibile funzionale a portare avanti il percorso.
In questo senso, gli insegnanti sono stati anche invitati a interagire con i formatori prima, durante e dopo gli incontri formativi, proprio per aiutarli nella creazione di lezioni che fossero personalizzate ed efficaci.
La seconda fase del progetto, avviata dal mese di febbraio 2025, ha previsto degli incontri in presenza. Stiamo parlando di più di 50 workshop nelle classi coinvolte e nelle quali, attraverso degli applicativi dell’Ambiente Integrato Atque, i ragazzi hanno potuto creare individualmente delle scalette, confrontarle e trovare delle fonti. Successivamente, hanno collaborato tutti insieme per realizzare una scaletta unica, quella che poi sarebbe diventata la lettera finale, il vero e proprio risultato.
Dopodiché, i ragazzi si sono divisi nuovamente in gruppi, così da sviluppare ciascuno una parte, per poi rimettersi insieme un’ultima volta, come classe, per la revisione finale.
C’è stato un vero e proprio movimento a fisarmonica: una parte del lavoro veniva svolta individualmente, una parte era destinata alla classe, e così via fino alla stesura della lettera.
Insomma, è stato un lavoro lungo. Don Milani stesso, d’altronde, ci insegnava che scrivere è un lavoro che ha bisogno di tempo e di cura. La cura è un aspetto fondamentale, che necessita peraltro di stimoli e interesse da parte di chi scrive.
Quindi, le lettere sono state sì un risultato, quello più tangibile, ma poi c’è stato un lavoro formativo fatto insieme ai docenti referenti che, certamente, hanno svolto un ruolo fondamentale in questo processo. Un processo che è stato diverso di classe in classe perché, come dicevo prima, avevamo delle classi completamente diverse le une dalle altre. Pertanto abbiamo dovuto, per ciascuna, creare un percorso che fosse formativo, come dicevo prima, sia sull’utilizzo delle fonti, sia sulle vere e proprie tecniche di scrittura.
In alcuni casi, abbiamo ragionato insieme alla docente referente, anche per diverso tempo, sull’utilizzo di una singola parola rispetto a un’altra, sul significato delle diverse parole rispetto al contesto o su cosa fosse più giusto approfondire.
Questo ha rappresentato una parte rilevante del lavoro che abbiamo fatto, un lavoro meno tangibile ma altrettanto importante, io credo, per questi ragazzi e queste ragazze.
Quali sono le tematiche su cui hanno lavorato i ragazzi?
Durante la call iniziale che abbiamo mandato a tutte le scuole avevamo già individuato sette tematiche riconducibili all’educazione civica e poi, con i docenti referenti, abbiamo individuato quali erano le più adatte alle singole classi. Lì si è delineato un ventaglio di proposte ampio e variegato.
Un caso, lo ricordavo prima, è stato quello del verde urbano su cui ha lavorato la classe dell’Alberti Dante, ma poi c’è chi – come la classe del Gobetti Volta – ha lavorato sulla sostenibilità ambientale in relazione alle nuove tecnologie, proprio perché la docente referente aveva già avviato un bellissimo lavoro preparatorio su questa tematica. Nel caso, invece, del liceo Machiavelli sono stati fatti tre percorsi paralleli, anche se in parte differenziati. Differenziati perché parliamo di due prime e una terza, ma con un filo conduttore comune, quello dell’inclusione e della multiculturalità. Hanno quindi lavorato sul tema dello scambiarsi gli occhiali, del mettersi nei panni dell’altro, parlando di empatia e dialogo.
Un altro esempio è stato il caso di una classe del Castelnuovo che ha lavorato sul tema dei disturbi alimentari, come prevenirli e riconoscerli per stare accanto a chi ne è vittima. Un’altra lettera ancora riguardava il ruolo delle donne nel progresso scientifico e sociale durante il XX secolo.
Questi sono soltanto alcuni dei temi molto diversi tra loro ma altrettanto interessanti dei quali si sono occupati i ragazzi.
“Mi piace scrivere a mano perché…”
Negli ultimi anni, la decisione di abolire il corsivo nelle classi di scuola finlandesi ha riacceso l’interesse nei confronti della scrittura a mano, considerata attività propedeutica allo sviluppo di abilità e competenze cognitive. Non nutriamo nessun pregiudizio contro l’uso della tastiera, anzi. Tuttavia, saper usare penna e matite significa ancora qualcosa di importante per bambini e adulti.
Che contributo hanno dato i ragazzi – a livello individuale – a questo processo?
Chiaramente la cornice abbiamo dovuto individuarla noi con i docenti referenti, un argomento comune a tutti andava necessariamente trovato, altrimenti sarebbe risultato troppo dispersivo il lavoro di scrittura.
Ciononostante, il primo passaggio che ha visto i ragazzi all’opera prevedeva proprio che lavorassero individualmente, che proponessero delle scalette. Con questo intendo che abbiamo chiesto ad ogni ragazzo e ragazza: “Tu come interpreteresti questo argomento? Sapresti realizzare uno schema di quattro o cinque punti fondamentali e argomentarlo? Come scriveresti, se dovessi farlo da solo/a, questa lettera? E quali fonti utilizzeresti?”
Quindi, ci sono state delle sotto-tematiche individuate da singoli studenti e studentesse, in alcuni casi ricorrenti e in altri più particolari. Dopodiché le abbiamo valutate tutti insieme e, a partire proprio dalle proposte individuali, abbiamo individuato una scaletta unica.
Questo per dirti che i contenuti che abbiamo proposto e la struttura delle lettere stesse, in realtà, sono emerse da un ragionamento sì collettivo ma frutto anche di proposte individuali dei singoli ragazzi.
E adesso cosa succede?
Il 3 giugno alle ore 10:00 presso il Cinema della Compagnia di Firenze (in via Cavour) avrà luogo l’evento finale del progetto e sarà un momento sì di condivisione, ma anche ricreativo, dal momento che siamo anche vicini alla fine della scuola.
Parteciperanno i ragazzi e le ragazze delle scuole con cui abbiamo collaborato, assieme chiaramente ai docenti referenti: è prevista, anche se non vorrei anticipare troppo, una restituzione agli autori e alle autrici del lavoro che hanno svolto, in una modalità un po’ speciale.
Speriamo che sia un bel momento, soprattutto per i ragazzi e le ragazze, che avranno modo di conoscersi, parlare, discutere, riconoscersi nel lavoro degli altri e condividere il proprio. Avendo, infatti, condotto un lavoro in parallelo con ciascuna delle classi, la maggior parte di loro conosce poco delle altre lettere che sono state scritte. Noi al Centro Ricerche sAu intendiamo la comunicazione come “comune-azione”, come azione da mettere in comune con gli altri. Perciò non potevamo non organizzare un momento di restituzione di questo tipo, ci sembrava dovuto.
E poi stiamo preparando una piccola sorpresa per tutti gli autori e le autrici delle lettere, ma la annunceremo durante l’evento…
Autore
Tommaso Caleri
Laureato in Pratiche, linguaggi e cultura della comunicazione presso l’Università degli Studi di Firenze. È collaboratore presso il Centro Ricerche “scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa ETS.
Intervistato
Marco Sbardella
Ph.D., Ricercatore e Socio fondatore del Centro Ricerche scientia Atque usus per la Comunicazione Generativa ETS. Consulente presso Lab CfGC.
Svolge ricerca negli ambiti dello sviluppo rurale, del climate change e della comunicazione sanitaria.