Salute e sanità
Verso una medicina del lavoro organica sui territori
Intervista a Giovanna Bianco
di Eugenio Pandolfini | 04 11 2024
Di cosa parliamo in questo articolo?
L’intervista all’ingegnere Giovanna Bianco offre uno sguardo approfondito sulla situazione della medicina del lavoro in Toscana. Confrontandosi con le sfide di questo ambito della nostra sanità, la Responsabile del settore Prevenzione e sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro di Regione Toscana ricostruisce il quadro di alcune delle criticità del sistema della prevenzione, della sorveglianza e della cura del lavoratore, esplorando quei territori complessi, nei quali il sistema delle istituzioni e delle professioni della salute di ambito pubblico e privato (costituito dai medici del lavoro, dai medici di medicina generale e dai medici specialisti) incontra il mondo dei lavoratori e dei cittadini.
E presenta alcune delle strategie adottate per affrontare la frammentazione, che è tipica di tutto il Sistema Sanitario, e migliorare l’efficacia dei servizi di medicina del lavoro, mettendo a fuoco i temi della formazione professionale, della sensibilizzazione della cittadinanza, dell’importanza della sorveglianza sanitaria. Dell’importanza, insomma, di un costante impegno per rispondere ad una crisi – economica? Di valori? – sempre più cronica nel Sistema Sanitario pubblico. Dell’importanza che una comunicazione equilibrata ed efficace ricopre quando è necessario sensibilizzare senza generare il panico, prevenire senza allarmare, informare senza dare niente per scontato.
Ambito di Intervento
Salute e sanità
Il Centro Ricerche sAu è da anni impegnato nella realizzazione di progetti incentrati sul coinvolgimento di portatori d’interesse con lo scopo di avviare processi generativi di conoscenza in cui aziende sanitarie e ospedaliere, associazioni, istituzioni cooperino per aumentare il livello di health literacy della cittadinanza in campo medico-scientifico. Con un focus sulla medicina del lavoro.
Sempre più spesso il concetto di medicina del lavoro viene avvicinato a quello di crisi. A parte i numeri dei malati e dei morti sul lavoro, gli esperti, i saggi, gli articoli su riviste di settore riportano tra le motivazioni di questa situazione le incongruenze negli apparati normativi, i veloci cambiamenti nel mondo del lavoro, le difficoltà che sperimentano i medici del lavoro, la mancanza di consapevolezza dei lavoratori, la frammentazione del sistema sanitario e, non ultima, la crisi economica che – di fronte alla difesa del salario e degli altri diritti – fa perdere di vista l’importanza della salute quando si parla di mestieri e professioni. Qual è la situazione in Toscana?
Ho iniziato a lavorare nel settore prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro da gennaio 2020 e ho capito che la frammentazione era tra le prime questioni che avrei dovuto affrontare. Al mio arrivo ho trovato vari gruppi di lavoro tematici fra la Regione e le Aziende Sanitarie: ad esempio, un gruppo sull’edilizia, uno sull’agricoltura, che sono i settori a maggior rischio di infortuni. Mancava però un gruppo costituito dai medici del lavoro che fosse trasversale alle Aziende, per un confronto sull’erogazione dei servizi a livello toscano. Per questo abbiamo costituito il gruppo RISAL, abbreviazione di ‘RIschi per la Salute’, composto da rappresentanti dei medici del lavoro delle tre Aziende Sanitarie toscane di area vasta (Toscana Nord Ovest, Toscana Centro, Toscana Sud Est). Questo gruppo ha dato vita a una serie di buone pratiche per omogeneizzare la sorveglianza sanitaria sul territorio.
Ad esempio, sono state sistematizzate tutte le attività svolte dai servizi toscani di medicina del lavoro. Con una Delibera Regionale ad hoc (metà 2022), abbiamo tabellato tutte le attività disponibili, in modo che le tre Aziende offrano gli stessi servizi a tutti i cittadini della Regione.
Parallelamente, è stato individuato un codice di esenzione per rendere gratuito l’accesso ai principali programmi di sorveglianza sanitaria. Fino al giugno 2022, la sorveglianza sanitaria era gratuita solo per gli ex-esposti ad amianto: ora abbiamo reso possibile l’accesso a tutte le visite di sorveglianza sanitaria, che rientrano nei piani regionali di prevenzione, e stiamo utilizzando per il loro finanziamento, per la prima volta, il cosiddetto fondo sanzioni, previsto dal Decreto Legislativo 81/08 (Testo Unico sulla Sicurezza). Il fondo si alimenta con i proventi delle sanzioni comminate nei luoghi di lavoro che devono essere re-investiti in prevenzione. Tutto questo, insieme alle azioni per rendere accessibili i servizi di medicina del lavoro, è stato oggetto di corsi di formazione specifici, che abbiamo avviato per tutti i medici del lavoro, compresi quelli che lavorano nell’ambito del privato.
In questo modo, il mondo privato può appoggiarsi a queste pratiche e i medici competenti che operano in tale settore possono informare i lavoratori delle aziende in maniera uniforme al sistema pubblico. Sempre nella direzione di promuovere un approccio organico alla gestione della medicina del lavoro, la Regione Toscana ha recentemente finanziato l’Osservatorio regionale del Centro di riferimento regionale per l’analisi dei flussi informativi su Infortuni e Malattie professionali o da lavoro (Osservatorio CeRIMP). Questo osservatorio sarà disponibile tramite un portale online e pubblicherà dati su infortuni e malattie professionali, elaborati in modo semplice e leggibile, utilizzando i dati dell’INAIL. Questi dati saranno accessibili a tutti, incluso il dettaglio a livello comunale, promuovendo così la trasparenza. L’accesso al portale sarà organizzato su due livelli: un livello pubblico, per tutti i cittadini, e un livello riservato, accessibile tramite password, per i servizi delle Aziende Sanitarie, dal quale sarà possibile visualizzare i dati non aggregati per analisi più dettagliate. Questa iniziativa è simile a quella già attuata in Emilia Romagna con l’Osservatorio Regionale di monitoraggio degli Infortuni e delle malattie professionali o correlate con il Lavoro (OReIL). Cosa che sembra indicare come la necessità di fare sistema sia sempre più sentita a livello nazionale.
Master in Comunicazione Medico-Scientifica e dei Servizi Sanitari
Il Master consulenziale realizzato dal Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università di Firenze in collaborazione con il Centro Ricerche sAu realizza progetti di ricerca-azione sulla Comunicazione Generativa che migliorano la relazione medico-pazienti-servizi, avviano processi di sensibilizzazione, garantiscono il coinvolgimento dei portatori d’interesse nelle progettualità.
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Chi è il medico del lavoro?
Cosa si può fare per superare questa criticità?
Il rapporto con i medici del lavoro di ambito privato costituisce una criticità per il Sistema Sanitario regionale?
Restando nell’ambito del contrasto alla frammentazione del sistema, anche la transdisciplinarità – intesa come integrazione di studi, ricerche e pratiche – è un importante aspetto di questo approccio. Spesso, tuttavia, la transdisciplinarità è intesa come la somma di competenze diverse e non come una sinergia che porta a rimettere in discussione il modus operandi a tutto tondo.
Qual è il suo punto di vista su questo tema?
La sinergia è stata proprio l’obiettivo che ci siamo dati. Come prima cosa, come ho già anticipato, abbiamo creato il gruppo RISAL, proprio per costruire sinergie tra i medici del lavoro attivi presso le tre Aziende Sanitarie. Successivamente, abbiamo avviato percorsi di formazione per stabilire relazioni con i medici competenti del settore privato.
Un altro aspetto importantissimo è stato individuare degli alleati tra i medici di medicina generale, che hanno competenze diverse, ma sono fondamentali a livello di sistema, per costruire una rete informativa che coinvolga tutti i professionisti di questo settore.
Comunicare i tumori professionali: qualche spunto di riflessione
di Lucia Miligi
L’articolo esamina l’impatto dei tumori professionali sulle persone, sottolineando l’importanza della comunicazione dei rischi legati all’esposizione ad agenti cancerogeni sul luogo di lavoro. Nonostante la consapevolezza diffusa su alcuni fattori di rischio, altri agenti sono meno noti e il rischio di esposizione non consapevole aumenta, alimentando comportamenti dannosi per la salute.
Quando un uomo o una donna si rivolgono al proprio medico di famiglia con determinati sintomi, infatti, il medico, che conosce la persona, dovrebbe sapere che attività professionale o lavorativa svolge o ha svolto e per quali periodi. E dovrebbe essere in grado di collegare i sintomi che riscontra con un’eventuale malattia professionale. Lo stesso medico di famiglia, infine, dovrebbe essere in grado di indirizzare la persona verso i servizi delle Aziende Sanitarie per una visita di medicina del lavoro. L’importanza di costruire una rete informativa è stata sottolineata anche dalla dottoressa Lucia Miligi, già epidemiologa dell’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologia (ISPRO) della Regione Toscana e oggi presidente della Fondazione ISPRO, per quanto riguarda le attività per la prevenzione dei tumori naso sinusali, che hanno previsto un importante coinvolgimento degli otorini, quali professionisti preposti a collegare le diagnosi di malattie croniche delle vie aree superiori a determinate tipologie di attività lavorative. Una certa frammentazione esiste anche a livello di specializzazione della medicina, è innegabile, ma il ruolo delle Istituzioni deve essere proprio quello di assicurare una visione di insieme e, in questo caso, cercare di identificare correlazioni e relazioni con le malattie professionali riconosciute. Per questo c’è bisogno di una formazione specifica, e di un grande lavoro di informazione. In questa prospettiva, le nostre Aziende Sanitarie stanno organizzando incontri sul territorio con rappresentanti dei medici di famigli,a proprio per informare su quello che fanno i nostri servizi. E stiamo realizzando strumenti informativi (locandine, brochure) da distribuire negli ambulatori di medicina generale, per comunicare il più possibile l’attività che viene svolta, far conoscere le sedi e i contatti di tutti gli ambulatori specializzati e tutti i servizi disponibili che, come dicevo prima, sono gratuiti per i lavoratori. L’obiettivo è quello di costruire un sistema nel quale una persona che va dal medico per un motivo qualsiasi possa trovare una comunicazione specifica e un medico formato che, in caso di malattia legata al lavoro, lo possa indirizzare nel modo migliore.
Stiamo avviando il monitoraggio dei risultati del lavoro svolto proprio in questo momento. La delibera che ha avviato tutti i cambiamenti di cui stiamo parlando è di metà del 2022: è passato un anno e mezzo e stiamo andando a regime ora. Questo perché la rendicontazione delle attività, anche dal punto di vista finanziario, avviene nei primi mesi dell’anno successivo a quello nel quale si sono svolte. Attualmente, stiamo valutando il 2023: si procede all’analisi dei codici di esenzione che sono stati utilizzati e, in base ai codici, si valuta quanti servizi sono stati effettuati, cioè quante persone hanno effettivamente usufruito del Servizio Sanitario per questioni legate alla medicina del lavoro, e su quali patologie.
Il codice di esenzione indica una prestazione sanitaria su una specifica patologia correlata al lavoro. Fino a poco tempo fa, i servizi di medicina del lavoro erano concentrati sugli ex esposti ad amianto e non c’era uniformità sul territorio. Alcuni ambulatori offrivano solo visite per gli ex esposti ad amianto, pochi ambulatori anche altri servizi. Ad esempio, le visite per lo stress lavoro correlato venivano principalmente effettuate presso l’ospedale di Pisa.
Con la delibera che ho già ricordato, abbiamo stabilito che i servizi di medicina del lavoro, ovunque siano in Toscana, devono offrire tutte le prestazioni disponibili, creando così una rete più capillare sul territorio.
E anche una rete attiva per la sorveglianza sanitaria, che raccoglie da tutta la regione – attraverso i codici utilizzati per l’accesso ai servizi – i dati relativi alle malattie correlate al lavoro.
Con Fausto Bertinotti parliamo di come sia necessario ridare dignità, rappresentanza politica e forza sociale ai lavoratori per interrompere una spirale regressiva in termini politici, sociali ed economici, che ha preso il via nei primi anni ‘80 del Novecento e nella quale siamo tuttora immersi. Perché i numeri inquietanti di morti e infortuni sul lavoro, nonché di malattie professionali, sono il risultato di un processo storico ha invertito la dinamica del conflitto di classe, con una reazione organizzata e estremamente efficace del padronato.
Per non parlare della consapevolezza su cosa effettivamente succeda nel mondo del lavoro e su quali siano le questioni da tenere sotto controllo. Forse c’è consapevolezza sugli infortuni, perché gli effetti sono immediati e visibili, ma sulle malattie professionali la cittadinanza è veramente poco informata. Fattori di rischio come le polveri di legno o come il sole sono difficili da far capire, perché molti non comprendono come materiali naturali o addirittura la radiazione solare possano essere cancerogeni per i lavoratori. Con il risultato che molti muratori o, in generale, lavoratori outdoor, ancora oggi, non si rendono conto dei danni alla pelle e della disidratazione causati dal lavoro all’aperto. In questa prospettiva, abbiamo avviato delle attività rivolte alle scuole. Crediamo che la cultura della sicurezza debba partire dai giovani e siamo convinti che le informazioni diffuse a scuola possano arrivare anche alle famiglie attraverso i ragazzi. Svolgiamo due tipi di attività con le scuole. Una è rivolta agli insegnanti, che seguono percorsi di alternanza scuola-lavoro, e l’altra è mirata agli studenti. Nel 2022 abbiamo lanciato un bando di concorso per progetti sulla sicurezza sul lavoro – ad esempio fumetti, video o giochi a tema sicurezza realizzati dagli studenti – che verranno premiati alla fine di quest’anno scolastico. Un altro mezzo di diffusione dell’informazione che sta funzionando, ma che è rivolto comunque ai lavoratori (e non alla cittadinanza in generale), è la nostra rete regionale dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS). Queste figure – obbligatorie nelle aziende con più di 15 dipendenti ed elette direttamente dai lavoratori nell’ambito delle rappresentanze sindacali – hanno il compito di monitorare l’applicazione delle norme di sicurezza, di segnalare eventuali situazioni di rischio e di collaborare con l’azienda per la predisposizione delle misure necessarie per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori. Questo progetto esiste da diversi anni e conta circa 1.800 rappresentanti iscritti alla rete, anche se in Toscana potrebbero essercene molti di più: la rete offre formazione e aggiornamenti periodici agli RLS attraverso tre seminari territoriali annuali e un seminario regionale alla fine dell’anno. Ad esempio, l’anno scorso il tema dei seminari rivolti agli RLS è stata la prevenzione delle malattie professionali.
In conclusione: sinergia e in-formazione al centro
Autore
Eugenio Pandolfini
Ph.D., Ricercatore e socio fondatore del Centro Ricerche “scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa ETS. Dal 2019 è ricercatore a tempo Determinato di tipo A del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Firenze. Porta avanti attività di ricerca centrate sulla relazione tra tecnologie, territorio e paesaggio, tocco umano.
Intervistata
Giovanna Bianco