Salute e sanità

Quale comunicazione per un dono che costruisce comunità

Il valore generativo di un ambulatorio oculistico e di una comunità in salute

di Eugenio Pandolfini | 12 06 2025

Di cosa parliamo in questo articolo? 

Il 16 giugno 2025, presso la sede degli Ambulatori della Misericordia in viale Corsini 35 a San Casciano in Val di Pesa (Firenze), sarà inaugurato un ambulatorio oculistico completamente rinnovato, grazie alla generosa donazione dell’Associazione “Claudio Pontremolesi”. Un evento che, a prima vista, potrebbe sembrare solo un’occasione di aggiornamento tecnologico per un servizio sanitario. Ma che, a ben guardare, rappresenta qualcosa di molto più profondo: un gesto capace di trasformare la memoria in azione, di creare legami tra persone, generazioni e saperi, di costruire comunità, di attivare un modello di sanità partecipata fondato sul valore della cura condivisa e basato sul modello della Comunicazione Generativa.

Ciò che accade a San Casciano con l’ambulatorio è la realizzazione concreta di un’idea di salute come bene comune, di comunità come risorsa, e di comunicazione come strumento per costruire un futuro più giusto e inclusivo per tutti: cittadini e cittadine, imprenditori e imprenditrici, politici e amministratori, lavoratori (con un focus importante sul mondo agricolo), ricercatori e ricercatrici, esperti ed esperte. Una visione che mette in relazione cittadinanza, istituzioni, scuole, associazioni e centri di ricerca, e che ha nel dono – inteso non solo come atto materiale, ma come principio generativo – il suo cuore pulsante.

Ambito di Intervento

Salute e sanità

Il Centro Ricerche sAu è da anni impegnato nella realizzazione di progetti incentrati sul coinvolgimento di portatori d’interesse con lo scopo di avviare processi generativi di conoscenza in cui aziende sanitarie e ospedaliere, associazioni, istituzioni cooperino per aumentare il livello di health literacy della cittadinanza in campo medico-scientifico. Con un focus sulla medicina del lavoro.

Una memoria che si fa azione concreta

«Donare è un atto che consente alla memoria di diventare azione concreta. Donare al Terzo settore ha il valore aggiunto di contribuire a creare una rete di salvataggio, che è un aspetto fondamentale per le comunità locali. Ognuno ha le sue motivazione per donare, ma il ritorno di un dono deve essere orientato alla costruzione o al rafforzamento di un bene comune», ha dichiarato Laura Alcaro, moglie di Claudio Pontremolesi. 

Le sue parole raccontano una scelta precisa: quella di fare del ricordo una risorsa collettiva, un’eredità morale che si trasforma in infrastruttura per il bene comune.

Claudio Pontremolesi è stato un uomo profondamente legato alla sua comunità. Noto per l’impegno, il senso di appartenenza e la dedizione alla vita sociale del territorio, ha lasciato un segno che l’Associazione a lui intitolata ha saputo onorare e prolungare. Tra le tante azioni promosse, spicca anche la donazione di un mezzo per i trasporti sociali alla Misericordia di Mercatale. La recente donazione per il rinnovo dell’ambulatorio oculistico di San Casciano in Val di Pesa, che ha permesso l’acquisto di strumenti diagnostici all’avanguardia come il sistema OCT, il perimetro computerizzato e il frontifocometro, è quindi parte di un percorso di lungo periodo, coerente e radicato nella visione di una comunità coesa e solidale e di un impegno sociale ed etico che vanno al di là del semplice fatto locale.

Ad esempio, sono state sistematizzate tutte le attività svolte dai servizi toscani di medicina del lavoro. Con una Delibera Regionale ad hoc (metà 2022), abbiamo tabellato tutte le attività disponibili, in modo che le tre Aziende offrano gli stessi servizi a tutti i cittadini della Regione.
Parallelamente, è stato individuato un codice di esenzione per rendere gratuito l’accesso ai principali programmi di sorveglianza sanitaria. Fino al giugno 2022, la sorveglianza sanitaria era gratuita solo per gli ex-esposti ad amianto: ora abbiamo reso possibile l’accesso a tutte le visite di sorveglianza sanitaria, che rientrano nei piani regionali di prevenzione, e stiamo utilizzando per il loro finanziamento, per la prima volta, il cosiddetto fondo sanzioni, previsto dal Decreto Legislativo 81/08 (Testo Unico sulla Sicurezza). Il fondo si alimenta con i proventi delle sanzioni comminate nei luoghi di lavoro che devono essere re-investiti in prevenzione. Tutto questo, insieme alle azioni per rendere accessibili i servizi di medicina del lavoro, è stato oggetto di corsi di formazione specifici, che abbiamo avviato per tutti i medici del lavoro, compresi quelli che lavorano nell’ambito del privato. 

Il valore del dono per una comunità viva

Il Sindaco di San Casciano in Val di Pesa – Roberto Ciappi – definendo la Misericordia come «una realtà di rilievo del nostro territorio» – la riconosce come «un fiore all’occhiello dell’area chiantigiana che ha stimolato e sostenuto la cultura del volontariato coinvolgendo giovani e adulti del territorio, orientando la propria azione e il proprio impegno sul sostegno alle fasce più deboli della popolazione». Per quanto riguarda l’ambulatorio oculistico, il sindaco dichiara la soddisfazione del comune nel momento in cui si accinge ad «accogliere il nuovo ambulatorio oculistico “Claudio Pontremolesi”, grazie alla donazione dell’associazione Claudio Pontremolesi onlus, certi di voler continuare a collaborare e realizzare progetti e interventi che già in tanti campi ci vedono storici partner per la prevenzione e la tutela dalla salute della nostra comunità». In effetti, questa donazione si innesta su un tessuto associativo e relazionale già denso, fatto di interventi quotidiani, servizi territoriali, assistenza alle fasce più fragili, e un’attenzione costante alla salute pubblica come valore collettivo.

Il dono, in questo contesto, non è un gesto isolato o eccezionale. La logica del dono cui ci riferiamo – per dirla con  Marcel Mauss, l’antropologo, sociologo e storico delle religioni che è il riferimento imprescindibile per gli studi sul concetto di dono e di scambio del donoè parte di una logica relazionale, che riconosce la comunità come soggetto attivo della trasformazione sociale. Quando la memoria si traduce in uno ambulatorio accessibile e moderno, si compie una duplice azione: si custodisce il passato e si costruisce futuro. Ed è qui che il Terzo Settore mostra tutta la sua potenza generativa sul quale la progettualità del Centro Ricerche sAu sta lavorando: non solo colmando vuoti, ma alimentando legami, promuovendo coesione, favorendo nuove forme di partecipazione che coinvolgono tutta la comunità.

La scuola come culla della cultura del dono

Affinché il dono inteso in senso generativo diventi una pratica diffusa, serve educazione. Ed è per questo che il ruolo della scuola risulta centrale in questo percorso. Marco Poli, Governatore della Misericordia e dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Alberti Dante di Firenze, lo afferma con forza: «La scuola educa e deve sempre più educare al dono. Nelle linee guida ministeriali per l’educazione civica si parla della cultura del volontariato, che ha molto a che fare con il dono».

Poli sottolinea come le competenze che caratterizzano il volontariato vadano coltivate già nelle attività scolastiche, sia curricolari che extracurricolari. Perché il dono non è solo un’azione: è una forma mentis, una predisposizione all’ascolto, alla cura, alla responsabilità. «Donare fa bene e fa star bene», ribadisce Poli. «Perché l’uomo è nato per donare. Le sofferenze moderne derivano spesso dall’egoismo che contraddistingue questo scorcio di secolo. È nella collaborazione senza secondi fini che possiamo rigenerare il tessuto sociale e le energie della comunità».

Senza contare l’importante ruolo attivo che gli studenti e le studentesse possono giocare nell’ambito delle rispettive famiglie, riportando a casa quanto appreso durante le ore di scuola e, quindi, contribuendo a diffondere anche quegli elementi di conoscenza trasversali legati alla socialità intesa in senso più comunitario e mutuale, che dovrebbe essere la base attraverso la quale i giovani si formano ad un’idea solida di cittadinanza.

 

Un progetto che innova e include. Dalle tecnologie per la prevenzione e la cura alla comunicazione (generativa)

L’ambulatorio oculistico non è un caso isolato. È il simbolo visibile di una strategia più ampia che la Misericordia di San Casciano  sta mettendo in campo da tempo. «Ci impegniamo sempre per innovare i nostri servizi a beneficio della comunità», affermano Paolo Bandinelli, presidente del CdA della Servizi della Misericordia, e Ignazio Fragiacomo, consigliere. «Nuovi servizi infermieristici, assistenza domiciliare integrata, campagne di prevenzione cardiologica e misurazione gratuita dei parametri vitali sono solo alcune delle azioni avviate negli ultimi mesi. Le parole d’ordine sono: innovazione e accessibilità». Un programma sul quale in Centro Ricerche sAu scommette in termini transdisciplinari, lavorando su un’accessibilità di ambito non solo fisico, ma anche linguistico, culturale, relazionale. E proprio per questo, il Desk “SOS Comunicazione in Salute”, prodotto di ricerca e sviluppo che il Centro Ricerche sAu sta sperimentando a San Casciano in Val di Pesa in collaborazione con la Misericordia , rappresenta il cuore pulsante di questa strategia. Una strategia che il Centro Ricerche sAu ha centrato – come previsto dal modello della Comunicazione Generativa – sull’ascolto e l’analisi dei bisogni della cittadinanza e dei portatori d’interesse per rispondere con soluzioni che sono il frutto di percorsi di co-progettazione veramente basati sul coinvolgimento delle comunità cui prodotti e servizi sono destinati.

Progetto

Desk SOS Comunicazione in Salute

Il Desk “SOS Comunicazione in Salute” è un prodotto del Centro Ricerche sAu, pensato come strumento di ascolto, di monitoraggio e d’intervento per l’effettivo miglioramento di ogni forma di comunicazione medico-scientifica e dei servizi sanitari – non solo digitale – cercando di dare agli aspetti comunicativi relativi all’E-HEALTH il senso di un valore aggiunto reale che vada oltre un’innovazione di sola facciata. Una prima sperimentazione sul campo è stata attivata a San Casciano in Val di Pesa in collaborazione con la Misericordia

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Dall’ascolto alla co-progettazione: comunicare per includere

Il Desk “SOS Comunicazione in Salute” non è solo uno sportello dove persone qualificate rispondono alle domande di cittadini e cittadine che per diversi motivi (difficoltà momentanea, barriere linguistiche, scarsa alfabetizzazione sanitaria o digitale, fragilità varie) non riescono ad accedere ai servizi sanitari. Il Desk “SOS Comunicazione in Salute” – prodotto che il Centro Ricerche sAu ha ideato e prototipizzato in collaborazione con i propri partner e portatori d’interesse nell’arco di anni di sperimentazioni – è una metodica che affianca le attività di progetto orientate alla relazione tra istituzioni, associazioni, imprese e i propri pubblici.

Si tratta di una piattaforma di ascolto e azione che – oltre all’intervento puntuale – è gestita da un gruppo di ricercatori e ricercatrici del Centro Ricerche sAu che analizzano i dati raccolti in termini di sistema, individuando, al di là del problema “acuto”, le criticità comunicative che riguardano il territorio e sulle quali è possibili intervenire con progettualità specifiche. Nella sperimentazione in corso a San Casciano in Val di Pesa, questo approccio ha permesso, ad esempio, di estendere l’ascolto dei bisogni a categorie di soggetti fragili che caratterizzano il territorio, e di organizzare incontri (prossimamente sarà organizzato un focus group specifico) con la comunità di lavoratori agricoli stranieri che abitano il territorio di San Casciano, per comprendere e affrontare insieme le problematiche che limitano l’accesso di queste persone ai tanti servizi sanitari disponibili su base locale. 

Lingua, fiducia, logistica, burocrazia: ogni ostacolo è stato esplorato, e sarà mappato, discusso. E da qui nasceranno soluzioni concrete, strumenti informativi, progetti pilota che – coinvolgendo esperti nell’ambito delle nuove tecnologie (in primis l’Intelligenza Artificiale) – contribuiranno a risolvere intoppi, colli di bottiglia, difficoltà comunicative e relazionali.

Comunicare, in questo contesto, non significa semplicemente “dire” o “informare”. Significa co-progettare linguaggi, condividere strumenti, abilitare le persone. È in questa direzione che si muove il progetto del Centro Ricerche sAu: unire scientia – la conoscenza analitica, la raccolta dati, la progettazione teorica – a usus – la pratica, l’esperienza, la vita reale e quotidiana dei territori.

Salute pubblica e innovazione medica: l’importanza della prevenzione

Ma c’è anche un’altra ragione – più essenzialmente sanitaria – per cui l’ambulatorio oculistico rinnovato rappresenta un investimento cruciale: la salute degli occhi è spesso trascurata, nonostante le sue implicazioni profonde per la qualità della vita. Il professor Gianni Virgili, Ordinario di Oftalmologia all’Università di Firenze e Direttore della Struttura Organizzativa Dipartimentale (SOD) di Ottica fisiopatologica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Careggi con il quale il Centro Ricerche sAu collabora da tempo, lo ricorda chiaramente: «L’esposizione solare intensa e cronica è un fattore di rischio per alcuni tipi di cataratta, soprattutto nei Paesi a basse latitudini. Tuttavia, anche in Toscana, la cataratta interessa circa una persona su cento ogni anno. E le categorie più esposte, come agricoltori e pescatori, sono le stesse che spesso incontrano maggiori ostacoli nell’accesso alle cure».

Grazie alle nuove apparecchiature diagnostiche, sarà possibile effettuare diagnosi precoci e prevenire forme gravi di ipovisione, migliorando la qualità della vita e riducendo i costi sociali e sanitari a lungo termine. 

Aggiungendo all’offerta informativa del Desk “SOS Comunicazione in Salute” un altro tassello importante per abbattere le barriere di accesso di cittadini e cittadine fragili (dagli anziani ai lavoratori agricoli).

Comunicare il dono per costruire comunità

A tessere il filo che unisce tutte queste azioni – il dono, l’educazione, la prevenzione, l’ascolto, la cura, l’inclusione – è la comunicazione generativa. 

«Il dono è lo strumento più potente per vincere la guerra contro il tempo», afferma Luca Toschi, direttore del Centro Ricerche sAu e del Generative Communication Lab della Fondazione PIN – Polo di Prato dell’Università di Firenze. «Non c’è niente di più generativo di un dono, specie quando riesce a mettere in moto sentimenti, competenze, progettualità e soluzioni concrete che migliorano la vita delle persone».

E proprio con queste persone – che siano volontari o lavoratori retribuiti, operatori sanitari o utenti dei servizi – il Centro Ricerche sAu sviluppa i suoi progetti. Costruendo comunità di progetto orientate alla risoluzione di problemi condivisi, promuovendo la donazione come atto fondativo del Terzo Settore e sostenendo il co-finanziamento come modello di responsabilità reciproca. In questo modo, comunicare non è semplicemente raccontare ciò che è stato fatto, ma fare insieme, generare, rigenerare. È in questa prospettiva che il Centro Ricerche sAu lavora a differente livello, coinvolgendo organizzazioni – come la Misericordia di San Casciano – e portatori d’interesse sul territorio nei propri progetti di ricerca orientati alla costruzione di territori in salute. Territori nei quali la comunicazione tra le istituzioni, le associazioni, le imprese e la cittadinanza funziona e contribuisce al miglioramento della qualità della vita di tutti.

Conclusione: uno sguardo condiviso sul futuro

Quello che accade oggi a San Casciano in Val di Pesa è un esempio concreto, replicabile, di come si possa costruire un “territorio in salute” partendo da un gesto, attorno al quale si costruiscono progettualità specifiche insieme ai portatori d’interesse individuati in collaborazione con i partner di progetto. Ma è anche la dimostrazione che la salute non si costruisce da soli, e nemmeno solo con strumenti medici: serve memoria, serve cultura, serve una visione condivisa, serve un progetto di Comunicazione Generativa.

Il nuovo ambulatorio oculistico è una risposta concreta a un bisogno. E insieme al Desk “SOS Comunicazione in Salute” acquisisce la caratteristica di simbolo. Di un modo diverso di intendere la sanità, la cittadinanza, la comunicazione. Un modo che parte dalle persone, dalle loro storie, dalla loro volontà di costruire insieme.

Donare, oggi, significa non solo “dare qualcosa”. Significa esserci. Significa costruire insieme uno sguardo capace di andare oltre. Uno sguardo che cura, che include, che immagina. E che, proprio per questo, ci permette di vedere – e realizzare – un domani migliore.

Autore

Eugenio Pandolfini

Ph.D., Ricercatore e socio fondatore del Centro Ricerche “scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa ETS. Dal 2019 è ricercatore a tempo Determinato di tipo A del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Firenze. Porta avanti attività di ricerca centrate sulla relazione tra tecnologie, territorio e paesaggio, tocco umano.