Recensione

La crisi climatica è qui, ora.
Per questo all’Italia servono politiche di adattamento

di Marco Sbardella | 28 02 2024

Uno degli ambiti di intervento del Centro Ricerche sAu ha come titolo “Sostenibilità quotidiana e cambiamenti climatici”, e l’attributo di “quotidiana”, applicato alla sostenibilità, ha una duplice valenza: da un lato ci ricorda che la sostenibilità non può che diventare una condizione normale, quotidiana appunto, delle nostre vite; dall’altro contrasta uno dei tipici bias che ci condizionano, ossia la convinzione che si parli di qualcosa che riguarda un futuro più o meno lontano e un altrove più o meno distante. Se pensarla in questo modo – anche inconsciamente – è una strategia messa in atto dal nostro cervello per rimandare la questione, ciò non cambia purtroppo la realtà: la crisi climatica è (anche) qui. E ora. Prenderne consapevolezza è la conditio sine qua non per agire. A livello individuale, certo, ma soprattutto a livello collettivo. 

Partendo da questa convinzione di fondo, abbiamo consultato Ecoshock. Come cambiare il destino dell’Italia al centro della crisi climatica di Giuseppe Caporale.

L’autore non è un ricercatore, ma un giornalista; e fa quello che dovrebbe fare un buon giornalista: intraprende un viaggio tra le fonti (sia report scritti sia esperti da intervistare) e si mette in ascolto, crea relazioni e presenta i fatti in modo chiaro al lettore. 

Il Libro

Ecoshock

Come cambiare il destino dell’Italia al centro della crisi climatica

ecoshock

Autore: Giuseppe Caporale

Anno: 2023

Editore: Rubettino

Luogo di pubblicazione: Soveria Mannelli

Perché:

«I fatti non mentono. Studio con attenzione un comunicato rilasciato a inizio di questo 2023 dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, che ha messo insieme i sei principali database internazionali sulle temperature: ebbene, gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi mai registrati al mondo. La temperatura media globale nel 2022 è stata di circa 1,15°C sopra i livelli preindustriali (1850-1900), con una variazione da 1,02°C a 1,27°C. […] Il 2022 è stato l’ottavo anno consecutivo (2015-2022) nel quale le temperature globali hanno raggiunto almeno 1°C sopra i livelli preindustriali. Gli anni dal 2015 al 2022 sono stati i più caldi mai registrati.» (p.39)

Come Caporale racconta nelle prime pagine del volume, tutto nasce da un caso che potremmo definire di cronaca nera climatica: il 3 luglio 2022 63.300 metri cubi di ghiaccio e roccia vengono giù dalla Marmolada a 80 metri al secondo, causando 11 vittime e 8 feriti. Un evento eccezionale? Purtroppo non più come una volta, essendo ormai entrati stabilmente in quello che il filosofo Bruno Latour ha definito “nuovo regime climatico”.

Ambito di Intervento

Sostenibilità quotidiana e cambiamenti climatici

La recensione contribuisce alla ricerca del Centro Ricerche sAu che ha l’obiettivo di ridurre la distanza tra ciò che sappiamo – in termini di sostenibilità – e ciò che quotidianamente facciamo, a livello individuale e collettivo.

Una situazione con cui dobbiamo fare i conti e con cui dobbiamo convivere, tanto più che è ormai noto che il bacino del Mediterraneo rappresenta un ‘hot spot’ climatico, ossia una delle aree del pianeta in cui il riscaldamento è più veloce e gli impatti più rilevanti. Anche per questo, uno dei fili rossi dell’intero volume riguarda la necessità di dedicare alle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici tanta importanza (e quindi anche risorse) quanto quella dedicata alle politiche di mitigazione. E poi c’è la difficoltà di comunicare il cambiamento climatico, dovuta secondo la climatologa Elisa Palazzi al fatto che:

«Il clima è un sistema complesso. […] Il clima procede sostanzialmente in modo non lineare e la non linearità è una delle caratteristiche principali della sua complessità. Non siamo abituati a vivere dentro questi concetti di non linearità, di crescita esponenziale. […] Altro punto di difficoltà: la scienza non ci dà la certezza. […] Una previsione è una previsione anche quando noi invece vorremmo sapere se effettivamente pioverà». (p. 52-53)

Un sistema complesso, all’interno del quale è necessario individuare soluzioni complesse, perché:

«Nessun altro tema o problema nella storia dell’uomo ha avuto una portata tanto vasta: è allo stesso tempo ecologia, economia, geopolitica, statistica, scienza, ma anche etica, filosofia, sociologia, cultura. Da qui anche la complessità della sua interpretazione e, soprattutto, della pianificazione di soluzioni reali, che devono poter agire efficacemente e contemporaneamente su piani assai diversi del nostro vivere e pensare, nella sfera pubblica come in quella privata. Vedersela con il cambiamento climatico significa confrontarsi con uno snodo cruciale della Storia; dunque, un problema umanistico nella sua essenza.» (p. 117)

Un problema umanistico, quello del cambiamento climatico, che riguarda cioè la conoscenza dell’uomo. E proprio in questo risiede l’utilità del volume di Caporale, nell’aiutarci a comprendere che la conoscenza di cui abbiamo bisogno non riguarda questioni astratte, ma riguarda la vita di tutti noi. Già oggi e anche in Italia.

La recensione è a cura di

Marco Sbardella

Ph.D., Ricercatore e socio fondatore del Centro Ricerche “scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa ETS.

Consulente presso Lab CfGC. Insegna Teorie e Tecniche della Comunicazione all’Università di Firenze.

Bibliografia

  • Latour, B. (2020). La sfida di Gaia. Il nuovo regime climatico. Milano: Meltemi.