Allora a Barbiana le bambine c’erano!

Recensione

Allora a Barbiana le bambine c’erano!

di Valentina Vespi | 11 09 2023

Raccontare la storia di Barbiana, a 100 anni dalla nascita del suo Maestro, significa raccontare 

una scuola per gli ultimi, per  quei bambini che la scuola pubblica non sapeva comprendere. Ma a Barbiana non c’erano solo bambini. 

C’erano anche le figlie dei contadini di Vicchio. 

A Barbiana la rivoluzione è stata anche quella di scommettere sulle ultime, consentendo anche alle bambine – cosa impensabile in quegli anni – di ricevere un’istruzione al pari di quella dei compagni, di imparare a leggere e a scrivere, ma anche di rendersi autonome nelle materie più pratiche, fino addirittura a diventare le protagoniste di quelle tanto famose esperienze all’estero organizzate per imparare le  lingue straniere. Sandra Passerotti, già autrice del volume Non bestemmiare il tempo. L’ultimo insegnamento di Don Lorenzo Milani,

Il libro
Le ragazze di Barbiana. La scuola al femminile di don Milani
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Autore: Sandra Passerotti

Anno: 2023

Editore: Libreria editrice Fiorentina

Luogo di pubblicazione: Firenze

in cui aveva raccolto le memorie di Fabio Fabbiani, allievo di don Milani e suo marito, in questa interessante opera si dedica proprio a quei volti femminili che, insieme ai compagni,  hanno animato e portato avanti i valori di Barbiana. 

Una raccolta di emozioni, incontri, testimonianze che, in ruoli e luoghi talvolta molto diversi tra di loro, hanno agito nella scuola del Priore.

Il volume si apre con un chiaro richiamo alla Costituzione, riportandone alcuni articoli: la scuola è aperta a tutti, questo uno dei fondamenti che legano la Costituzione all’attività di don Milani a Barbiana.

Passate in secondo piano rispetto ai “colleghi studenti” maschi, le donne che animarono Barbiana furono tante e importanti: mogli e compagne di vita di ex alunni,come Eugenia Pravettoni, sposata a Ballini, che portò a Barbiana su richiesta del Priore la sua esperienza di operaia tessile. Originaria di Rho, trasmise la sua esperienza lavorativa da Milano a Calenzano fino alla creazione della scuola di taglio e cucito a Barbiana, creata proprio da lei nel 1959; o Franca Righini, che frequentò Barbiana e, dopo essersi laureata in lettere , insegnò alla scuola media di Calenzano impegnandosi a divulgare gli insegnamenti di don Milani.

E poi ci sono loro: le bambine di Barbiana. Fiorella Tagliaferri, alla quale il Priore non perdeva occasione di ricordare quanto fosse una bambina speciale, quanto valesse, e quanto dovesse continuare a insistere con la mamma affinché le permettesse di frequentare la scuola insieme al fratello. O Graziella Burberi, prima bambina ad essere presa nella scuola, sempre a contatto con personaggi del calibro del Professor Ammannati, di Fioretta Mazzei o di Giorgio La Pira, che spesso andavano a Barbiana per far visita al Priore, grazie al Priore conosce Firenze e le Dolomiti, carpisce tutta la conoscenza possibile da tutte quelle persone che andavano sul Monte Giovi e facevano sentire quei bambini importanti e uguali agli altri, a quelli più fortunati. Tra le testimonianze c’è Luciana Carotti, la prima ad andare in Inghilterra nel 1965 grazie a don Milani e alle sue conoscenze, figlie del Priore che cresceranno e si sentiranno apprezzate valorizzate, spinte a studiare, mai inferiori a nessuno, in una parola: uniche. Come riporta anche il Priore in una lettera a Elena Pirelli Brambilla nel 1966 esprimendo la sua soddisfazione: “Mi si è finalmente offerta l’occasione garantitissima che avevo messo per condizione a spedire la Carla. Così la prima bambina barbianese di 15 anni avrà finalmente la parità con i maschi. Va due mesi in una famiglia in Inghilterra”.
Considerate dal Priore portatrici di saperi concreti e formatrici nei confronti delle nuove generazioni, tra le donne di Barbiana l’autrice approfondisce figure come Eda, Luana, Giuseppina, Franca, Fioretta, Adele. Un quadro che si completa con un confronto sulla pedagogia che veniva insegnata a Barbiana e quella che invece conosciamo, grazie alle testimonianze riportate nel volume, delle classiche scuole anni ‘50 italiane. Un volume che spinge a riflettere sul tema delle differenze di genere, argomento ancora oggi protagonista del dibattito pubblico e che il Priore aveva, come sempre ci viene da dire, anticipato rispetto a tutti e a tutto: don Milani aveva già affrontato, valorizzandolo, il tema della differenza sessuale nell’apprendimento, nella scuola, nel lavoro, nelle relazioni senza nella pratica fare differenze. Il Priore è riuscito a trasmettere così fino a noi l’importanza di combattere qualsiasi indifferenza, potere, privilegio e dominio dati da condizioni di subalternità, come ci ricorda l’autrice.
Ambito di Intervento

Cultura e Società

Il Centro di Ricerche sAu è impegnato da tempo nell’Ambito “Cultura e Società” per valorizzare un’idea di conoscenza non egemonica ma come costruzione di un bene comune. Frutto, cioè, di collaborazione e cooperazione fra ambiti socio-culturali ed economici fino ad oggi tenuti rigorosamente distinti, quanto strategicamente gerarchizzati.

La recensione è a cura di

Valentina Vespi

Ricercatrice del Centro Ricerche scientia Atque usus per la Comunicazione Generativa ETS.

Membro della redazione dei Quaderni di sAu

Giornalista Ordine Giornalisti della Toscana